mercoledì, giugno 07, 2006

Il Testamento di Tito

Non avrai altro Dio all'infuori di me, spesso mi ha fatto pensare: genti diverse venute dall'est dicevan che in fondo era uguale. Credevano a un altro diverso da te e non mi hanno fatto del male. Credevano a un altro diverso da te e non mi hanno fatto del male. Non nominare il nome di Dio, non nominarlo invano. Con un coltello piantato nel fianco gridai la mia pena e il suo nome: ma forse era stanco, forse troppo occupato, e non ascoltò il mio dolore. Ma forse era stanco, forse troppo lontano, davvero lo nominai invano. Onora il padre, onora la madre e onora anche il loro bastone, bacia la mano che ruppe il tuo naso perché le chiedevi un boccone: quando a mio padre si fermò il cuore non ho provato dolore. Quanto a mio padre si fermò il cuore non ho provato dolore Ricorda di santificare le feste. Facile per noi ladroni entrare nei templi che riguargitan salmi di schiavi e dei loro padroni senza finire legati agli altari sgozzati come animali. Senza finire legati agli altari sgozzati come animali. Il quinto dice non devi rubare e forse io l'ho rispettato vuotando, in silenzio, le tasche già gonfie di quelli che avevan rubato: ma io, senza legge, rubai in nome mio, quegli altri nel nome di Dio. Ma io, senza legge, rubai in nome mio, quegli altri nel nome di Dio. Non commettere atti che non siano puri cioè non disperdere il seme. Feconda una donna ogni volta che l'ami così sarai uomo di fede: Poi la voglia svanisce e il figlio rimane e tanti ne uccide la fame. Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore: ma non ho creato dolore. Il settimo dice non ammazzare se del cielo vuoi essere degno. Guardatela oggi, questa legge di Dio, tre volte inchiodata nel legno: guardate la fine di quel nazzareno e un ladro non muore di meno. Guardate la fine di quel nazzareno e un ladro non muore di meno. Non dire falsa testimonianza e aiutali a uccidere un uomo. Lo sanno a memoria il diritto divino, e scordano sempre il perdono: ho spergiurato su Dio e sul mio onore e no, non ne provo dolore. Ho spergiurato su Dio e sul mio onore e no, non ne provo dolore. Non desiderare la roba degli altri non desiderarne la sposa. Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi che hanno una donna e qualcosa: nei letti degli altri già caldi d'amore non ho provato dolore. L'invidia di ieri non è già finita: stasera vi invidio la vita. Ma adesso che viene la sera ed il buio mi toglie il dolore dagli occhi e scivola il sole al di là delle dune a violentare altre notti: io nel vedere quest'uomo che muore, madre, io provo dolore. Nella pietà che non cede al rancore, madre, ho imparato l'amore".

7 Comments:

At 4:47 PM, Blogger GinO said...

..impossibile commentare un'opera d'arte a volte....
si rimane a bocca aperta

 
At 4:54 PM, Blogger brontola said...

...rispecchia esattamente quello in cui io credo...

 
At 5:16 PM, Blogger cicogerard said...

meglio letta che ascoltata...aveva ragione betta....su alcuni concetti sono d'accordo ma su altri mi sento molto lontano....
concludendo: bei versi ma non li affiggerei sul muro del mio letto...

 
At 5:34 PM, Blogger Francesca said...

ti credo che non li affiggeresti, ci sono troppe cartine..
;)

 
At 5:57 PM, Blogger betta said...

ecco!!! perfetto!!! pensavo proprio di spedire a cluadio questo testo per avvicinarlo a de andre' ma vedo che qualcuno ha pensato meglio ancora di metterlo sul blog!!
a me fa venire i brividi ogni volta che lo sento/leggo/suono...

 
At 5:59 PM, Blogger cicogerard said...

sai che sono un amante della geografia e delle cartine in particolare, quanndo me le rovinano mi inquieto non poco...
anche se di solito le metto in salotto...

 
At 9:13 AM, Blogger brontola said...

...su quali argomenti ti senti molto lontano?

la musica di questa canzone, come in molte altre, è semplice e suggestiva...

 

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