giovedì, maggio 18, 2006

foto e indirizzi

Francesca, m’avevi quasi convinto che stamattina sarei andato al mare...
Cosa ci faccio qui, in mezzo a questo ufficio???

Bella la canzone degli Afterhours.. lui guarda la foto di un bambino vestito da cow boy, se ne ricorda la gioia pura, la confronta con l’attuale condizione...
E’ una canzone di quelle che finiscono sottopelle, poi ogni tanto sfiorando qualcosa, riesce fuori.

Guardare le foto di tanti, ma tanti anni prima... è un’evocazione di età trascorse che può iniziare a lasciarci colpiti, sdoppiati forse. Ma magari anche senza una foto, basta pure ritrovare un indirizzo.

Anche Jannacci ha fatto una canzone del genere, s’intitola, guarda caso, “el mi indiriss”.

Parla di un uomo, classico personaggio stralunato di Jannacci, mentre fa la coda per avere un nuovo certificato di residenza, con l’aria di chiedersi appunto “Cosa ci faccio qui, in mezzo a questo ufficio???”. La gente in fila lo incalza, ma lui è un pò più lento; dal vivo Jannacci recita una premessa sul fatto che l’uomo non trova la biro "..eh non c'ho la biro, lo so che è duro stare in fila, l'ho fatta anch'io la fila.. sensa la biro.. qua chi lavora al tornio e non c'ha la biro è un pirla..".
Poi, all’improvviso, l’uomo incrocia sul vecchio certificato di residenza l’indirizzo di dov’era nato e rivede con la memoria tutta la sua infanzia ...


El me indiriss (traduzione in Italiano)

Il mio indirizzo di dove son nato,
non me lo ricordavo nemmeno più:
era una casa vecchia, e per pisciare,
tripli servizi, sì. ma in mezzo al prato!
Il mio indirizzo di dove sono nato,
me l'hanno rammentato ieri, in Comune:
cercavo un certificato di residenza,
e a me, m'è tornata in mente tutta l'infanzia...
Eravamo una banda di sei ragazzini,
volevamo spaccare il mondo;
facevamo la colletta, la mattina,
per quattro Alfa e due Esportazione
Tornavo a casa la sera,
e la mia mamma mi ripuliva il naso
tutto sporco di sangue,
perchè la regola era di menare,
ma era anche quella di buscarne!
A pensarci bene, chissà che fine han fatto
quei miei compagni balordi da spaccare il mondo!
Ma poi, la vita va; fa quel che vuole:
chi va, ch’io resta qui, chi invece muore...
Ma son passati già due o tre minuti
e io mi rendo conto che ho rotto le balle:
ci ho qui un bel documento di residenza...
piantala di rompere! e butta via anche l'infanzia