pistacchi... :-)
Stati Uniti e Israele, cala il gelo per la “guerra del pistacchio”
Washington accusa: il Paese importa illegalmente dall’Iran i semi
prelibati invece di acquistare quelli americani
di SIAVUSH RANDJBAR-DAEMI
I rapporti fraterni tra Israele e Stati Uniti hanno urtato contro un
ostacolo piccolo ed imprevedibile: il prelibato ma politicamente scottante
pistacchio iraniano. L'ambasciatore americano a Tel Aviv, Richard Jones, è
stato infatti latore di una singolare quanto vivace protesta del governo
statunitense nei confronti di quello israeliano, “reo” di aver fatto buon
viso a cattivo gioco sulla preferenza della propria popolazione per i
pistacchi persiani su quelli prodotti in California e nelle Hawaii.
L'insolito incidente diplomatico è scaturito dal consumo massiccio del
frutto secco da parte della popolazione israeliana. Quest'ultima detiene
infatti il curioso primato di essere il maggior consumatore pro capite di
pistacchi al mondo. La lettera di Jones, i cui contenuti sono stati resi
noti dal quotidiano Yedioth Aharonoth, rileva come l'imponente quantità di
pistacchi presente nel mercato israeliano possa come origine i due
maggiori produttori mondiali: l'alleato stretto americano e l'arcinemico
iraniano. Mentre, rileva Jones, l'importazione del pistacchio americano è
tutelata dall'accordo di libero scambio tra i due Paesi, quello prodotto
nella regione di Kerman, nell'Iran centrale, è formalmente interdetto dal
mercato israeliano da una apposita legge che vieta il commercio con stati
nemici come la Repubblica islamica. Le preferenze dei consumatori
israeliani per il pistacchio iraniano, ritenuto di qualità ineguagliabile,
ha però costretto gli operatori del settore a dar vita a un'importazione
indiretta tramite la Turchia, unico Paese mediorientale dotato di rapporti
assai cordiali sia con l'Iran che con Israele.
Il governo israeliano si è difeso sostenendo che l'83% del pistacchio
consumato domesticamente è effettivamente di provenienza turca, ammettendo
allo stesso tempo che le logiche del suo mercato lasciano una quota non
superiore al 5% alle importazioni Usa. Ma investigatori americani hanno
rapidamente appurato che le modeste quantità di pistacchio prodotto in
Turchia - destinate a un uso quasi esclusivamente domestico - non potevano
certo soddisfare l'esigente clientela israeliana. I segugi di Washington
hanno scoperto così che almeno venti milioni di dollari provenienti dallo
Stato ebraico finiscono annualmente nelle casse dei produttori iraniani.
La missiva di Jones contiene l'offerta di un migliore addestramento degli
addetti alla dogana israeliana, affinché siano in grado di distinguere la
provenienza persiana dei milioni di chicchi di pistacchio che transitano
annualmente attraverso il porto di Haifa. La proposta dell'ambasciatore
americano non giunge però in un momento propizio: alla pari del resto del
Medio Oriente, gli israeliani sono incollati ai teleschermi per seguire
l'evoluzione dell'Euro 2008 di calcio, un'ottima occasione per aumentare
il consumo dell'amato “frutto proibito” proveniente da un Iran vituperato
dai politici dello Stato ebraico ma premiato dai suoi buongustai.
1 Comments:
Capisco perfettamente gli israeliani patiti di pistacchi iraniani..
sono ineguagliabbbbili!!! :)
certo che gli investigatori di washinghton non hanno proprio un c...o da fare eh?? :)
EVVIVA I PISTACCHI PERSIANIIIII! :)
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